L’indagine dell’essenza della pittura e del suo più recondito significato sembra caratterizzare la colta pittura di Roberto Tomba. L’evidente tendenza alla ricercata semplificazione e all’essenzialità favorisce un’immediata comprensione inconscia del contenuto, suggerendo la possibilità che esso si celi su più livelli. Mutuata da evocazioni surrealiste, la tessitura pittorica di Tomba permette all’immaginazione di vagare feconda, alla ricerca di nuove prospettive contenutistiche che possano far luce sulla realtà. Uno squillante alfabeto coloristico racconta l’incessante volontà dell’artista di comunicare in modo efficace e diretto attraverso modalità formali da adibire a specchio per l’animo di chi guarda. Miraggi, fiabe, racconti colmi di spunti inesauribili, le tele di Tomba sono proiezioni di un’interiorità visionaria che mostra il mondo così come può essere visto e percepito da anime pure prive di sovrastrutture, aprendo nello stesso tempo finestre su infinite possibilità. Intimista e malinconico, l’artista non aderisce alla forma sensoriale del reale, ma ne indaga piuttosto gli aspetti legati al sogno che sarebbero in alternativa destinati a rimanere relegati a una dimensione effimera. L’opera custodisce il contenuto sostanziale, trasfigurandolo in forme evocative ed essenziali caratterizzate da una linea curva che sembra preservare il senso ciclico del fluire del tempo. Testimonianza di vita e memoria, l’opera diviene allora capace di ascoltare l’anima del pittore e di parlare, attraverso la sua stessa presenza, mediante il suo manifestarsi, permettendo all’osservatore di reagire davanti a essa e interrogarsi, dando origine a un dialogo incessante e sempre differente. Un senso del tempo dilatato avvolge la traduzione pittorica di un momento di profonda riflessione interiore, elaborata in suggestioni pittoriche dal linguaggio immediato, che rendono le opere di Tomba capaci di favorire una meditazione sull’essenza dell’uomo e intensificare l’esperienza emotiva di chi guarda.