Alla base delle opere di Antonia Pia Bianchimani si trova una filosofia della pittura che narra di profonde riflessioni, guidate da una libertà interiore e creativa. Un apparente senso dell’umorismo nasconde la volontà di costruire metafore sulla natura umana, per condurre chi osserva all’essenza delle cose. Gli oggetti simbolici diventano depositari di una vita segreta, all’interno della quale l’anima trova la sua espressione più vera. Le figure e gli oggetti raramente sono quello che appaiono: essi custodiscono un enigma nascosto, delimitato da una linea simbolica che sembra essere stata scelta tra altre mille possibili. Il simbolo non rappresenta una fuga dalla realtà, ma una lenta presa di consapevolezza, favorita anche dall’utilizzo della pittura a olio, al di sotto della quale sembra voler trasparire l’anima delle cose. La sfera immaginaria si sovrappone a quella reale in un delicato equilibrio formale; all’interno del mondo che deriva da questo intreccio si rintraccia l’interiorità dell’artista, che attraverso sottili riferimenti autobiografici svela la propria necessità artistica e un percorso in bilico tra continua ricerca e immutato stupore davanti alla vita. Diafane figure paiono avvolte dall’ambiguità di una maschera rivelatrice, che, come sosteneva Wilde “ci dice più di un volto”. Essa nasconde e al contempo difende l’interiorità, trasfondendo, come da intenti ancestrali, l’essere soprannaturale nelle presenze raffigurate, che diventano foriere di verità. Se in tutta l’arte moderna la maschera appare come il simbolo della ricerca dell’identità, il lavoro di Antonia Pia Bianchimani si situa all’interno di un percorso coerente che affonda le sue radici in un’epoca antica e parallelamente in una dimensione senza tempo: nell’istante indagato dall’artista l’essere e i sogni si fondono grazie alla linea, che consente di attraversare le dimensioni mantenendo saldo il capo del filo che permetta di non smarrirsi. Maria Pia Bianchimani ricerca, attraverso la sua pittura, la sincerità sotto la persona, intesa nel senso letterale latino che identificava con questo termine la maschera che copriva il capo degli attori di teatro, e che poteva essere diversa in base al numero dei personaggi. Sotto molteplici e possibili identità si nasconde un’Anima Mundi che è motore e corso del tempo, che l’artista tenta di portare alla luce con meticolosità, urgenza e pazienza, nelle sue sfaccettature più vere.